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Comunicazione globale: quali risvolti nella vita aziendale?

Un arabo, un cinese, uno svedese e uno spagnolo si trovano ad assistere alla presentazione di un nuovo prodotto presentato da un italiano. No. Non è una barzelletta.

Come dovrebbe comportarsi l’italiano? Quale stile comunicativo è meglio utilizzare? Dovrebbe prepararsi come ad un incontro tra connazionali oppure considerare diversi aspetti?

 

Cosa si intende per comunicazione globale? 

La comunicazione è una delle variabili più importanti per il successo, l’insuccesso, l’evoluzione o l’involuzione di qualsiasi organizzazione che si basi sulle relazioni.

Per comunicazione interculturale intendiamo la consapevolezza che aspetti verbali e non-verbali tra persone di differenti culture possono variare. Il comunicatore competente, perciò, è colui che consapevole di questo sceglie con strategia uno stile comunicativo in linea con gli ascoltatori.

Il sito Business Insider ha raccolto un video che riassume alcuni concetti interculturali spesso confusi o non curati.

Cosa s'intende con comunicazione globale? In questo articolo si rifletterà sull’importanza della componente interculturale quando si comunica in contesti cosiddetti global, ovvero quando differenti culture si mescolano in uno stesso luogo con obiettivi comuni.

Globalizzazione: quali risvolti?

La globalizzazione, come la intendiamo oggi, non è di certo una novità e fonda le proprie radici con le rotte commerciali tra Europa e Cina.

Oggigiorno, per scomodare la visione che Marshall McLuhan ebbe ancora negli anni 60 del secolo scorso, il mondo è diventato un villaggio globale.

Tralasciando gli innumerevoli vantaggi che il concetto di globale ha introdotto, esistono anche numerosi aspetti ostacoli da considerare e da affrontare quotidianamente. Non è semplice muoversi con disinvoltura in aree di diversità, flessibilità, riti, abitudini e credenze differenti.

Linguaggio non verbale interculturale.

Tra i massimi esperti italiani di Comunicazione Interculturale, Balboni e Caon (2015) evidenziano come le componenti fondamentali del linguaggio non verbale interculturale prevedano: il controllo dei gesti coverbali, la gestione della distanza come forma di comunicazione; l’interpretazione di certi contesti come colloqui di lavoro o interazioni sociali; gli oggetti di cui ci si circonda.

Alcune questioni restano tuttavia irrisolte all’interno dell’ambito degli studi di comunicazione interculturale: l’interpretazione di azioni e situazioni dipendenti dalle differenti esperienze culturali esistenti, l’esistenza di codici comunicativi apparentemente comuni ma dotati di una differenza semantica nel loro significato ed utilizzo e, ancora, trovare un’efficace mediazione culturale tra soggetti molto diversi. La questione tocca ambiti di studio quali l’antropologia, l’etnologia, la linguistica e la sociologia.

 

Sia per l’interlocutore che per il parlante, conoscere come comunicare verbalmente e non-verbalmente a livello interculturale significa poter prevedere quello che potrebbe accadere o anticipare quello che potrebbe stupire in positivo l’ascoltatore, evitare situazioni negative di disagio o di fraintendimento.

Comunicazione interculturale: quali difficoltà?

È difficile definire il termine comunicazione quando ci si cala in un contesto interculturale. Termini, comportamenti, riti e usanze mutano di significato.

Manager, imprenditori, responsabili, collaboratori vivono oggi più che mai in ambienti spesso interculturali sia internamente che esternamente. Come sempre la differenza la fa la qualità che scegliamo di mettere nel nostro lavoro.

Scegliere di curarsi degli aspetti culturali per creare uno stile comunicativo inclusivo, collaborativo e rispettoso è un plus importante nel mondo del lavoro di oggi.

 

Ma quali sono gli aspetti da controllare 
in un contesto interculturale?

1.   Espressioni del viso: il controllo delle emozioni.

2.  Lo sguardo: la scelta dello sguardo e del tempo in cui si guarda negli occhi.

3.  Il concetto del tempo.

4.  Il saluto in fase di presentazione.

5.   Braccia e mani con conseguente utilizzo dei gesti.

6.   Utilizzo dello spazio: vicinanza e distanza.

7.   Approccio verbale diretto o indiretto.

8.   Vestemica e oggettistica.

9.  Rispetto dei ruoli in conversazione.

Che azioni prendere, dunque, per prendersi cura dell’interculturalità?

  • Acquisire le conoscenze base per osservare i fattori fondamentali dell’interculturalità.
  •  Lavorare sulle competenze comunicative delle persone.
  • Osservare e analizzare i propri comportamenti e quelli degli altri.
  • Organizzare laboratori pratici di role-play per apprendere le differenze interculturali.
  • Concentrarsi nel produrre cambiamenti cognitivi, emotivi e comportamentali.
  • L’utilizzo della Realtà Virtuale può favorire l’immersione in contesti di apprendimento che velocizzano i risultati.

Rendiamo insieme la tua realtà più inclusiva e strategicamente consapevole dell'interculturalità?