Quando pensiamo al public speaking vediamo leader, politici, keynote ispirazionali. Nella vita reale delle aziende, però, il palco è spesso una sala riunioni e il copione è un foglio Excel. E qui nasce la sfida: come rendere coinvolgenti presentazioni tecniche senza tradire la precisione dei numeri? Questa guida propone un metodo avanzato per comunicare dati e statistiche in modo chiaro, memorabile ed etico, integrando principi di psicologia cognitiva, design dell’informazione e performance oratoria.

I numeri spesso non parlano da soli e lo sforzo chiesto a chi ascolta è 'messo sotto pressione'. Se non progettiamo bene il percorso, aumentiamo il carico cognitivo e perdiamo attenzione. Chi presenta ha un dovere su tutti: prendersi cura di quello che verrà capito da chi ascolta e la qualità delle decisioni dipende da come i dati vengono messi in scena.

Questo articolo rappresenta una bussola per tutti coloro che devono effettuare presentazioni tecniche e vogliono farlo comunque in modo coinvolgente e d'impatto.

Audience e obiettivo: la domanda guida

Presentare dati e statistiche richiede un patto esplicito con il pubblico. Chiarire lo scopo, il perimetro e la domanda guida riduce la dispersione e accende l’ascolto; ricorda: il pubblico deve poter ripetere il tuo messaggio il giorno dopo con parole proprie. Inquadra la soglia di attenzione del pubblico con transizioni verbali esplicite, riassumi l’insight in una frase attiva e poi mostra l’evidenza con un grafico leggibile. Infine, esplicita le implicazioni operative e indica chi fa cosa entro quando.

Nonostante il livello di una presentazione tecnica dipenda in gran parte dal tipo di audience, a prescindere rimane sempre il fatto che sono i valori e le emozioni a rimanere in mente quando comunichiamo. La difficoltà non è nei numeri in sé, ma nello sforzo cognitivo che chiediamo a chi ascolta. Quando il pubblico sa dove lo stai portando, tollera meglio la complessità intermedia. Ecco perchè la fase introduttiva del nostro discorso assume a maggior ragione un'importanza elevata. 

  1. Scrivi i numeri come verbi: devono muovere una decisione, non decorare una pagina.
  2. Se vuoi evidenziare un miglioramento di margine, mettilo accanto al benchmark e al target dichiarato.
  3. Più che impressionare, il compito è abilitare: chi ascolta deve poter agire meglio subito dopo.
  4. Inquadra la soglia di attenzione del pubblico con transizioni verbali esplicite, riassumi l’insight in una frase attiva e poi mostra l’evidenza con un grafico leggibile;
  5. Mantieni coerenza visiva: stesse unità, stessi colori, stessa scala quando confronti;
  6. In una roadmap di progetto, lega milestone, rischi e impatti economici: la storia è la connessione;
  7. Ogni grafico deve rispondere a una domanda: se non sai qual è, non mostrarlo;
  8. Quando concludi: esplicita le implicazioni operative e indica chi fa cosa entro quando.

La forza di una presentazione tecnica sta nella chiarezza con cui collega cause, effetti e decisioni. Una mappa cognitiva condivisa è il miglior antidoto all’ansia da informazione.  Inquadra la soglia di attenzione del pubblico con transizioni verbali esplicite, riassumi l’insight in una frase attiva e poi mostra l’evidenza con un grafico leggibile; infine, esplicita le implicazioni operative e indica chi fa cosa entro quando.

Una slide non è un documento: è un supporto visivo che deve guidare l’attenzione, non risucchiarla e la storia dentro i dati non si inventa ma si scopre leggendo pattern, anomalie e tendenze con rigore. 

Dai prima l’idea, poi la prova: concetto → evidenza → implicazioni operative

Racconta l’insight in una frase: se non riesci, il grafico non è pronto. La bellezza visiva è chiarezza che diventa piacere di capire. Le persone ricordano ciò che capiscono subito e che ha conseguenze pratiche sul loro lavoro. Scegli due o tre metriche che fanno la differenza e costruisci intorno ad esse la storia. 

Last but not least, allinea le fonti: cita la provenienza e l’ultima data di aggiornamento. Infine, esplicita le implicazioni operative e indica chi fa cosa entro quando.

 

Figure retoriche utili ai tecnici

Sapete qual è il problema delle figure retoriche? Che quando ce le hanno insegnate le hanno associate a poesie da dover imparare a memoria e che in pochi capivano e apprezzavano realmente (considerata l'età scolastica). È arrivato il momento, invece, di cominciare ad apprezzarle per il loro valore strategico in comunicazione: ecco a voi 6 figure retoriche semplici e pronte all'uso:

Metafora (o analogia)
Collega l’ignoto al noto senza banalizzare.
Esempio: “Il nostro modello di AI è come un motore ibrido: il termico (regole) garantisce affidabilità, l’elettrico (apprendimento) dà spinta nei picchi.”

Antitesi (contrasto netto)
Mostra la scelta strategica.
Template:Non più X, ma Y.”
Esempio:Non più manutenzione reattiva, ma predittiva.”

Anafora (ripetizione in testa)
Per martellare un’idea-chiave.
Esempio:Quando i dati parlano, riduciamo i tempi. Quando i dati parlano, abbassiamo i costi. Quando i dati parlano, aumentiamo l’affidabilità.”

Climax (progressione)
Crescita di intensità/valore.
Esempio: “Raccogliamo, analizziamo, anticipiamo.”

Chiasmo (AB–BA)
Rovescia gli elementi per fissare il concetto.
Esempio:Noi adattiamo il sistema ai dati, non i dati al sistema.”

Domanda retorica
Ingaggia la mente senza attendere risposta.
Esempio: “Se possiamo prevedere il guasto con 48 ore d’anticipo, perché dovremmo ancora fermare la linea?”

 

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Q&A, obiezioni e domande ostili

Potrà sempre esserci nel pubblico qualcuno pronto ad interromperci e a farci domande, dov'è il problema? È proprio questo il bello! Ogni domanda è un'occasione per aprire discussioni che aiutino a trovare soluzioni e rappresenta un'opportunità per guadagnare ancora più autorevolezza di fronte all'audience. 

Per prepararsi al meglio a possibili obiezioni e domande ecco una lista di consigli pronti all'uso:

  1. Prepara una lista di possibili obiezioni vissute in passato o immedesimandoti nel pubblico;
  2. Fatti aiutare dall'AI: racconta a Gemini, Copilot o Chat GPT quale sarà la base del tuo discorso e fatti scrivere delle obiezioni, poi per ognuna di queste aggiungi delle tue altre paure e fatti suggerire delle 'scappatoie' pronte all'uso; 
  3. Se su una domanda proprio non sai come rispondere, segnati il tema su un foglio e di che di questo ne parlerete verso la fine (questo ti darà il tempo di pensarci e/o sbirciare sul web per ragionare ad una possibile risposta);
  4. Rigetta la domanda sul pubblico: "ottima domanda (pausa di 2 secondi), chi di voi me lo dice? Cosa ne pensate voi? Secondo voi com'è andata?" e sulla base del dibattito che si genera improvvisiamo e diciamo la nostra.

La credibilità è un triangolo: ethos (affidabilità), logos (argomentazione), pathos (risonanza). Quando il pubblico sa dove lo stai portando, tollera meglio la complessità. Se senti il pubblico allontanarsi, rallenta, sintetizza, riformula la domanda guida. Inquadra la soglia di attenzione del pubblico con transizioni verbali esplicite, riassumi l’insight in una frase attiva e poi mostra l’evidenza con un grafico leggibile.

 

Demo e prove: il luogo della precisione

Demo e prove sono un'ottima soluzione per mostrare in pratica 'il cuore' della nostra presentazione. Nonostante questo, abbiamo tutti in mente delle demo di una noia infinita a causa di 3 aspetti fondamentali: 

  1. Chi presenta ci da costantemente le spalle per guardare il video salvato della demo e commentarlo 
  2. Nel raccontare la demo chi presenta 'cade' nel monotono: smette di mettere emozione in quello che dice, prende un tono e lo mantiene in tutto quello che sta dicendo;
  3. Non si cerca l'interazione col pubblico: "quanti di voi sanno come fare il passaggio X? È tutto chiaro fino a qui? Avete dei dubbi relativi al passaggio Y?"

In conclusione, avete una presentazione tecnica e volete farla da comunicatori/comunicatrici competenti? Allontanate il tecnicismo e fate emergere le metafore, i racconti, immaginate di dover raccontare la presentazione a dei bambini o a persone che non ne sanno nulla di quello che state dicendo. Cercate sempre di far interagire per non perdere l'attenzione di chi ascolta.

A mggior ragione perchè dietro alle presentazioni tecniche si nascondono verità, sarà una presentazione memorabile!

Creiamo insieme la tua presentazione tecnica?